Wedding Planners on the Road: castello di Papadopoli Giol
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A San Polo di Piave in provincia di Treviso c’è una location meravigliosa, una villa che per la sua maestosità si è guadagnata l’appellativo di “castello”.
Siamo andate a visitare il Castello Papadopoli Giol in una meravigliosa giornata autunnale; la residenza estiva della famiglia Papadopoli, acquistata in seguito da Giovanni Giol, ci ha subito conquistate per l’elegante struttura neogotica, figlia del gothic revival ottocentesco e per il suo enorme parco all’inglese.
Costruito per accogliere e stupire i suoi ospiti, ancora oggi si ripropone con la stessa ottica, rendendolo il luogo perfetto per ospitare il giorno del vostro matrimonio regalando al tutto un tocco romantico.
Ma andiamo a scoprire più da vicino questo posto magico.
Elena, la responsabile della location, ci accoglie al cancello principale e insieme ci incamminiamo verso un vialetto che costeggia la villa e, mentre ci racconta storie e vicende delle famiglie che l’hanno abitata, alla nostra destra si apre alla vista la sua elegante facciata, rivolta verso il grande giardino.
Subito rimaniamo colpite dal parco: 12 ettari che si snodano e abbracciano il laghetto della tenuta, attraversati da un vialetto battuto che, già dai primi passi, ci fa dimenticare la confusione e la frenesia della città.
Elena ci fa notare che l’architettura del giardino, in stile inglese, è creata in modo irregolare e asimmetrico, a emulare la naturalezza di un bosco, ma studiata attentamente in modo da escludere la villa alla vista non appena si imbocca il sentiero, per poi rivederla soltanto quando si completa il giro.
Perse nella bellezza della natura circostante ci troviamo a fantasticare su dove allestire un matrimonio totalmente all’aperto: la cerimonia civile celebrata in giardino, o poco più in là, nell’isolotto in mezzo al laghetto, e il ricevimento sul prato antistante la villa, con lo sfondo fiabesco della facciata principale illuminata.
Appena entrate nella villa però le nostre sicurezze vacillano e ci rendiamo conto che sarebbe un peccato relegare gli interni a un mero piano B. Ci troviamo nello splendido salone luminoso e affrescato, che si presta perfettamente a ospitare un banchetto fino a 115 persone e che si apre ai lati su altre stanze finemente decorate, tutte a disposizione per il ricevimento e per allestire angoli di relax e intrattenimento per gli ospiti.
Al primo piano poi c’è un’altra stanza dove eventualmente è possibile celebrare la cerimonia civile, con un grande terrazzo che sembra fatto apposta per le vostre foto, con lo sfondo del parco e del lago visti dall’alto.
Ma, se di foto dobbiamo parlare, la parte che ci ha entusiasmate di più è probabilmente la scalinata: un capolavoro architettonico che ci ha lasciate senza parole (impresa non facile).
Se tutto ciò non bastasse, poi, la Villa dispone di 3 stanze, per un totale di 7 posti letto, tutte con arredi originali per vivere un’esperienza principesca e fuori dalla quotidianità (due delle quali a disposizione di sposo e sposa durante la giornata del matrimonio).
Uno degli aspetti che traspare visitando questo posto è la predisposizione all’ospitalità e alla condivisione di quelle che sono le bellezze storiche e naturalistiche della struttura; sono quei piccoli gesti che rendono fruibile la villa a chi la visita a fare la differenza, come ad esempio la stanza/studio di Giovanni Giol, arredata come all’epoca, con i suoi registri contabili scritti a mano e sfogliabili da chi fosse interessato, o la possibilità di utilizzare arredi originali come sedie e sofà per rilassarsi durante il ricevimento.
O ancora godere della bellezza del parco grazie ad alcune biciclette messe a disposizione dalla villa, che permettano anche all’invitata col tacco 12 di immergersi nel verde per qualche minuto… ah, e della barca a remi ne abbiamo parlato?
Se ancora non vi foste innamorati di questa location abbiamo un ultimo asso nella manica, ovvero la produzione di vini Giol.
La tenuta, dedicata alla produzione vitivinicola dal 1427, diventa di Giovanni Giol nel 1919, quando quest’ultimo ritorna dall’Argentina, dove era emigrato giovanissimo e aveva creato la più grande cantina al mondo.
La cantina è ancora gestita dai discendenti della famiglia Giol, e si distingue per le tecniche di agricoltura biologica, senza utilizzo di pesticidi, fertilizzanti, diserbanti e la produzione di vini vegani e biologici…che cosa si può volere di più?
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